Granduca da Martina, Nerone e Araldo delle Murge sono gli stalloni capostipiti della razza murgese e delle tre linee di sangue che da loro prendono il nome. Si è giunti agli attuali esemplari attraverso un lungo e accurato lavoro di selezione, tenendo conto dei seguenti caratteri morfologici:
Il mantello: è morello corvino senza segni particolari. Esiste, tuttavia, una piccola percentuale di soggetti (circa il 2%) che presentano un mantello roano o grigio ferro testa di moro;
Il collo: è muscoloso, con una larga base di attacco e un’abbondante criniera;
La groppa: è muscolosa e proporzionata;
Gli arti: sono solidi, le articolazioni ampie e spesse, mentre l’avambraccio è mediamente largo e lungo;
Il piede: il piede è ben regolare e diretto, con unghie nere e compatte;
L’esemplare maschio della razza equina murgese ha un’altezza minima di 155 cm, mentre la femmina di 150 cm.
Il clima delle Murge, dove gli inverni sono rigidi e le estati calde, ha conferito al cavallo una grande rusticità e una notevole resistenza alle malattie. L’esemplare pugliese si distingue per la costituzione robusta sia a livello scheletrico che muscolare. L’epidermide è forte, spessa e svolge un importante ruolo di protezione contro la vegetazione spinosa e le punture degli insetti.
Il temperamento della razza
equina murgese
Il cavallo murgese è un esemplare dolcissimo, raramente aggressivo, che difficilmente fa uso di difese. È molto obbediente e si abitua facilmente ai finimenti e alla sella. Ha una grande capacità di apprendimento, che lo rende idoneo a tanti scopi, dal lavoro agricolo alle competizioni sportive fino al turismo equestre.
Il suo temperamento vivace, docile e obbediente ne fa il protagonista perfetto nelle attività con i bambini e nell’ippoterapia.
L’allevamento allo
stato brado
Il cavallo murgese viene allevato da sempre allo stato brado, in ambienti particolarmente difficili che ne esaltano la tempra. Proprio per questo, gli allevatori delle Murge sanno bene come una riproduzione ben riuscita di questo magnifico esemplare si ottenga con le fattrici nate e cresciute libere nei pascoli
boschivi del territorio murgese, tra cespugli, querceti e su un terreno difficilmente sfruttabile da altre specie nell’ambito zootecnico.